Nucleare, identificate le aree idonee per le scorie
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Direttore: Alessandro Plateroti

Nucleare, identificate le aree idonee per le scorie

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Il Mase ha individuato, in sei regioni italiane, le aree idonee per il deposito di rifiuti radioattivi di bassa e media attività.

Il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha pubblicato un elenco di siti italiani idonei allo stoccaggio di scorie nucleari.

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Rifiuti radioattivi, redatta la Carta nazionale delle aree idonee

Dopo anni di polemiche e attese, il ministero Ambiente e sicurezza energetica ha individuato e rese pubbliche le zone idonee in Italia dove realizzare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e il Parco tecnologico.
Le 51 zone individuate su proposta della Cnai, ovvero la Carta nazionale delle aree idonee elaborata dalla Sogin, si trovano in sei regioni e l’approvazione è giunta anche dall’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione, l’Isin.
Nei 30 giorni dalla pubblicazione della Carta, gli enti territoriali e militari possono fare domanda di candidatura per ospitare il deposito di scorie a media e bassa radioattività. La presentazione della domanda è fattibile anche per gli enti locali non espressamente citati nella Cnai, chiedendo una rivalutazione territoriale a Sogin.

I 51 siti censiti sono in prevalenza al Sud

Le 51 aree idonee sono localizzate in prevalenze nel Sud Italia. Ventuno di queste sono ubicate nel Lazio in provincia di Viterbo, 10 zono si trovane in Basilicata, 4 al confine tra Puglia e Basilicata, 1 in Puglia, 8 in Sardegna, 2 in Sicilia e 5 in Piemonte. I requisiti di idoneità sono stati giudicati in linea con i parametri previsti dalla Guida tecnica Isin, che fa riferimento alle normative internazionali per le strutture in oggetto, come specificato dal Mase. Nonostante questo, dai vari territori inseriti nella Carta iniziano ad arrivare polemiche e proteste.

Energia nucleare
Energia nucleare

C’è chi dice no, come Basilicata e Puglia, e chi si autocandida, come Trino Vercellese

Tra le regioni che dicono no al deposito scorie nucleari ci sono la Puglia e la Basilicata che ribadiscono il proprio dissenso. Il primo a ribadire che il territorio lucano non si presterà a far da culla alle scorie radioattive è stato l’assessore regionale all’Ambiente e all’Energia, Cosimo Latronico e a seguire ha fatto eco il sindaco di Altamura, Vitantonio Petronella che ha dichiarato: “Sono pronto a condividere delle azioni comuni con i sindaci dei Comuni di Gravina in Puglia, Matera e Laterza, con le due Regioni. Puglia e Basilicata, e con altri nostri rappresentanti In Regione e Parlamento”.

Tra le cittadine che invece hanno deciso di autocandidarsi c’è Trino Vercellese, luogo in cui già esisteva in passato una centrale nucleare. Per gli amministratori della città, l’occasione sarebbe una vera e propria opportunità di lavoro per migliaia di persone, oltre che una pioggia sul territorio di milioni di contributi pubblici.
Già nel 2003, l’allora governo Berlusconi provò a proporre un deposito scorie a Scanzano Jonico, in Basilicata, ma la rivolta di tutta la regione portò ad abbandonare il piano.

Scorie nucleari, dove sono adesso

Le norme UE impongono all’Italia di realizzare depositi nazionali di rifiuti radioattivi e la questione si rimanda da decenni.
I rifiuti radioattivi italiani, ad oggi, vengono stoccati in UK, Francia, e quelli invece ad attività di alta pericolosità in piccola parte vengono depositati in Slovacchia e altri sparsi in altre zone con depositi poco sicuri.

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ultimo aggiornamento: 14 Dicembre 2023 15:10

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